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Gli over 50 non sono troppo vecchi per lavorare

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Una socia dell’Associazione Lavoro Over 40 ha condiviso un’interessante contributo relativo alle potenzialità dei lavoratori in età matura. Non si tratta di un’indagine di poco conto, che arriva da un paese (economicamente avanzato, anche più del nostro) che non sta sperimentando il nostrano ostracismo dal lavoro degli over 50. Secondo questa ricerca, condotta da un team di docenti univeersitari, il picco di vitalità professionale di persone con profilo professionale a livello manageriale è fissato a 57 anni. C’è di che discuterne. Ecco il contributo completo.

“A 50 anni si è troppo vecchi per fare carriera; anzi, da quella soglia in avanti, si rischia seriamente di finire fuori mercato. È la convinzione comune, per altro suffragata dalla constatazione di quanto avvenuto negli ultimi anni nel mondo del lavoro italiano: migliaia di professionisti con una lunga esperienza lasciati a casa perché ritenuti ormai poco flessibili e produttivi, e magari sostituiti con colleghi più giovani e meno costosi. Un trend preoccupante, che si sta cercando di contrastare con piani ad hoc per il ricollocamento degli over 50.
Eppure, uno studio condotto dall’Università di Haifa (Israele), smentisce le percezioni. Esaminando le performance di 545 manager dei settori hi-tech, engineering e infrastructrure, gli autori della ricerca hanno rilevato che proprio i cinquantenni – con un picco a 57 anni – ottengono i migliori risultati in termini di vitalità professionale, un concetto che sta a indicare la capacità di svolgere compiti con passione, vigore e competenza, ottenendo in cambio soddisfazioni professionali. Un risultato che generalmente, proseguono i ricercatori, si ripercuote anche sulla fedeltà all’azienda, che in questo modo non si vede costretta a sopportare costi aggiunti per il turn-over. ‘La vitalità professionale oggi è uno degli elementi più importanti per fare la differenza nella competizione internazionale’, è la loro conclusione. Un invito, insomma, a ripensare le politiche di tagli per le figure senior.
Del resto, la percezione sociale oggi è ben diversa da quella di molte aziende. Un sondaggio condotto da Euro Rscg Worldwide su 7.213 adulti di 19 Paesi rivela che l’allungamento progressivo dell’età, combinando con l’allungamento dell’età scolare e la tendenza a fare figli sempre più tardi sta spostando in avanti l’inizio della vecchiaia. Gli intervistati collocano la mezza età dopo i 49 anni e la vecchiaia dai 71 anni in avanti. E, anche chi ha superato questa soglia, non tende più a mascherare la propria età, percependo un atteggiamento della società meno penalizzante del passato verso gli anziani.”


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